Ho iniziato a disegnare all’inizio degli anni Novanta. Dal 2008 si è aggiunta l’arte digitale, che, a partire dal 2012, è diventata la mia modalità preferita.

Nel corso degli anni sono nati migliaia di lavori, molti dei quali hanno ricevuto una seconda vita attraverso l’elaborazione digitale.

Il mio lavoro evolve intorno a concetti come identità, mutazione, trasformazione e anima.

Forme organiche e astratte, frammenti di testo ed esseri antropomorfi si intrecciano in una rete di relazioni dinamiche.

Le forme apparentemente ornamentali sono come elementi di un alfabeto complesso in costante trasformazione.

La ricerca dei significati è il secondo work in progress. Ma avviene solo dopo che un lavoro è terminato, mai prima. Nulla è pianificato.

Realizzare i disegni, vivere con loro, trovarne significati possibili: tutto questo fa parte del mio percorso e del mio quotidiano.

Ho deliberatamente evitato qualsiasi apprendimento dei principi formali dell’arte. Non volevo civilizzare o educare il mio lavoro.

Il punto di partenza dei lavori digitali sono disegni realizzati con pastelli, matite colorate, acquarelli, acrilici, inchiostri, diversi tipi di markers e penne metalliche.

Attraverso l’elaborazione digitale, esseri e forme intraprendono un viaggio, durante il quale assumono nuove identità e ricevono nuove possibilità di esistere.

I disegni si trasformano talvolta in motivi, che formano arazzi o tappeti (carpets & tapestries) virtuali: superfici dall’aspetto ornamentale, paesaggi – astratti e al tempo stesso organici – su cui l’occhio può vagare, provare emozioni o avere intuizioni.

Il processo di trasformazione digitale procede per fasi successive e può durare anni.

Anche i disegni figurativi si trasformano in motivi che vanno a formare superfici, dove la moltiplicazione e la frammentazione dell’io sono indirettamente tematizzate.

Carpets e tapestries sono essenzialmente lavori meditativi, per rilassare la mente e fornire ispirazione.

Mi piace lavorare con la simmetria, perché crea un ordine che stabilizza la fluidità delle forme.

Vedo la mia arte come un incessante lavoro di tessitura e un dialogo interiore con la rete cosmica che unisce tutti gli esseri.

Sono nata a Milano negli anni Sessanta. Vivo in Svizzera da molti decenni.

Ho lavorato come traduttrice, insegnante, graphic designer e terapeuta.